Scorci d’infinito

di Artemio Ceresa

A cura della Dott.ssa Elena Gavazzi

Inaugurazione sabato 13 agosto 2022 ore 17.00. Ingresso libero.

Chiusa il 15 agosto.

Artemio Ceresa presenta l‘ultima serie da lui ideata dal titolo “Scorci d’infinito”. Piccole e grandi tavole di legno dove il disegno interno alla tavola porta il fruitore a scoprire mondi magici, sempre nuovi in cui potersi trovare o perdersi. Opere evocative frutto di un surrealismo definito da Vittorio Sgarbi surrealismo padano di cui fanno parte: Luciano Spazzali, Gustavo Foppiani, Giancarlo Braghieri, Gaetano Peratici. Con il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.

Artemio Ceresa è un artista surrealista di Piacenza dove ha aperto, con sua moglie dott.ssa Elena Gavazzi (critico d’arte), lo spazio espositivo “Libertà 6”. Affascinato dal mondo della pittura ha cominciato a disegnare fin da ragazzino. E’ autodidatta, ha avuto rapporti con alcuni artisti piacentini come Giancarlo Braghieri, Gaby Pizzi, Alberto Gallerati. La prima serie che l’autore dipinge si intitola “Terramare” (2008-2010). Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Inoltre alcune sue opere si trovano in collezioni private importanti come quella del Museo del Mim di San Pietro in Cerro in provincia di Piacenza.

“Scorci d’infinito” è una serie è nata dal concetto dimensionale di varco. Il dipinto si proietta dall’interno verso l’esterno richiamando l’attenzione del fruitore. L’opera irreale che Artemio crea viene riportata alla realtà dall’osservatore tramite il suo vissuto e il suo stato d’animo del momento. L’opera di Ceresa risulta un‘opera personale e mutevole che incuriosisce e affascina il fruitore portandolo a una certa investigazione. Opera di difficile concetto se uno ha voglia di investigarne la profondità ma nel contempo può risultare un dipinto leggero e decorativo che non aggredisce l’osservatore con toni forti o volgari o concetti politici. L’intento dell’artista è di far trovare un momento di introspezione e di silenzio. La mano del pittore si riconosce dalle forme variandone la tecnica e le rappresentazioni. In questa serie Ceresa torna all’uso massiccio della matita dove il chiaro-scuro fa risaltare la tridimensionalità delle forme.

Per quanto riguarda la tecnica si tratta di una tecnica mista su tavola o su tela dove il pittore predilige colori ad olio, vernice e matita. Ultimamente sta introducendo anche l’utilizzo di resine. In conclusione che dire dei quadri di Ceresa? Alcuni potrebbero vedere dei mondi post-apocalittici, altri solo mondi nuovi da indagare.

Dott.ssa Elena Gavazzi (critica e storica dell’arte).