Strapaesaggi

STRAPAESAGGI. INCISIONI DI MORANDI, BARTOLINI, CIARROCCHI
Mostra a cura di Nicoletta Rosetti
18 dicembre 2017 - 18 marzo 2018
Palazzo Bisaccioni
"...quel che univa e unisce la schiera di questi vecchi e giovanissimi artisti italiani, è una serie di premesse negative anziché positive; voglio dire che è più il bisogno di combattere certi modi, o meglio certe mode artistiche del nostro tempo, se non del nostro Paese, e di difendere la tradizione italiana - intesa nella sua sostanza più intima e quindi più vera e viva - che di diffondere un nuovo verbo e un nuovo credo artistico" Lamberto Vitali 1930
Inaugurazione lunedì 18 dicembre 2017 ore 18.30
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi
Piazza Colocci, 4 Jesi (AN)

Anni Venti. Italia rurale e paesana, oppure solo mmaginata?

Acqueforti originali dei tre maestri dell'incisione del '900 - Morandi, Bartolini e Ciarrocchi a Palazzo Bisaccioni di Jesi, uno spazio che registra iniziative artistiche di valore che esaltano la cultura del territorio rapportandola con intelligente sguardo alla dimensione nazionale. Valaorizzazione della tradizione che amplifica dialogo e confronto su cosa c'è oltre. Strapesaggi è uno di questi tentativi di saggio e ponderato raffronto tra tre artisti amati e venerati da chi ama, (e sono ancora in tanti) l'incisione. L'evocativo titolo si riferisce a quei trascurati anni Venti durante i quali l'Italia si mise abiti rurali e paesani, un po' per nobilitare le condizioni economiche e le ampie e depresse zone agricole, ma anche per combattere l'avanzata della cosiddetta esterofilia dilagante. A rappresentarli questi strapaesani, anche quelli dell'intellettualità fascista, la rivista Il Selvaggio di Mino Maccari (dal 1926 in poi), che cercava di ostacolare tutte quelle correnti che si rifacevano a Massimo Bontempelli. La corrente definita strapaese annoverò anche Giorgio Morandi, Carrà, De Pisis e Soffici, Ma c'era anche il marchigiano Luigi Bartolin di Cupramontana. Tra le opere in mostra, ben coordinate dalla curatrice Nicoletta Rosetti, 14 incisioni morandiane, rare prove di Bartolini e le famose acqueforti 'a rete' di Ciarrocchi. Belle queste campagne tratteggiate da mani cariche di passione e di amore per la terra, i piccoli paesi e il vivere silenzioso e familiare. Immagini forse lontane dalla realtà profonda di quegli anni. Ma restano belli da vedere questi lavori di tre grandi. Forse più belli e più affascinanti se li ammiriamo senza il filtro della storia sociale e politica che spesso appesantisce e limita il piacere estetico della visone. Insomma, Morandi, Bartolini e Ciarrocchi sono grandi comunque.